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  • Gola del Furlo Sentiero 452 - immagine 13 (Monte Paganuccio)

Sentiero CAI n. 452

Comprensorio: Gola del Furlo
Località partenza: San Gervasio
Località arrivo: Monte Paganuccio
Traccia GPS:
Numero:
452
Quota partenza: 363 metri
Quota arrivo: 976 metri
Quota massima: 976 metri
Dislivello: 650 metri
Vecchia numerazione:
157
 
155
Lunghezza: 8,0 km.
Difficoltà: E
Tempo salita: 2,30-2,45 ore.
Tempo discesa: 2,00-2,15 ore.

 

Il sentiero 452 della Riserva Naturale Statale Gola del Furlo ha inizio nel piccolo paese di San Gervasio, abitato graziosamente arroccato su di una collinetta che domina le campagne circostanti. Dalla piccola piazzetta principale si prende la strada asfaltata che scende verso valle, che si abbandona dopo alcune centinaia di metri, nei pressi di un tornante in corrispondenza del quale si trova l’attacco del sentiero vero e proprio, che si inoltra subito nel sottobosco costeggiando il piccolo corso d’acqua denominato Fosso Lecce.

Percorsi pochi passi si incontra un primo guado, molto semplice, superato il quale si inizia a salire seguendo l’ampia traccia dal fondo pietroso e sconnesso, con pendenze che dapprima si presentano piuttosto leggere, mentre via via che si prosegue nel cammino si fanno sempre più impegnative.

Il sentiero si inoltra nella stretta e suggestiva vallata boscosa (attenzione ad alcuni rami caduti sul tracciato) guadagnando circa 200 metri di dislivello, fino al punto in cui la salita si arresta e si affronta un breve traverso, che permette di giungere ad un secondo guado, da affrontare con cautela in quanto l’ambiente è piuttosto umido e si potrebbe correre il rischio di scivolare.

Oltrepassato il guado si esce dalla valle del Fosso Lecce, si supera una radura con vista panoramica sul sottostante bosco appena attraversato e si ricomincia a salire, sempre con discrete pendenze, affrontando il versante nord del Paganuccio, nella zona denominata “Le Rocchette”.

Si giunge, dopo circa altri 200 metri di salita, ad una strada di collegamento che serve il vicino rifugio Ca’ I Fabbri (si raggiunge in 3km circa seguendo la stessa, verso destra, che prende il nome di sentiero 452A), si svolta a sinistra e si esce dal bosco nei pressi di una sbarra.

Da questo punto si segue la strada che si alza, in falsopiano, alla volta dei prati sommitali, che si raggiungono dopo aver oltrepassato la Fonte Piamazza (purtroppo non fornisce acqua) ed aver incrociato alcune stradine che scendono a valle (sono presenti ad ogni incrocio segnali direzionali che permettono di mantenere agevolmente l’orientamento, fare attenzione soltanto in uno di essi, dove occorre ignorare il segnale che conduce al rifugio Pradella, verso sinistra, e proseguire invece diritti…).

Una volta usciti sui prati non si può non notare la magnifica visuale che caratterizza questa montagna, con lo sguardo che può spaziare in ogni direzione, dal mare alla catena appenninica, visibile in una ampia porzione, dalle vicine cime del Nerone e del Catria, fino al San Vicino ed ai lontani Monti Sibillini, nitidamente visibili nelle giornate limpide.

Questo tratto è lungo e piacevole, si percorre la strada che si alza sui prati costeggiando la cima denominata “La Pianaccia” (riconoscibile dalle antenne poste in vetta), si incrocia il sentiero 450A che scende sulla sinistra, ben indicato da una freccia direzionale, quindi si abbandona la sterrata per proseguire direttamente sui verdi prati, affrontando la facile salita finale che conduce alla vetta del Monte Paganuccio, dove confluiscono anche i sentieri 450 e 451.